Sgabello della discordia

Da tempo ho cambiato  ormai la seduta nell’ ufficio davanti al pc. Un sgabello robusto e solido in legno.Unico vezzo un bel cuscino quadrato come  superfice. Qesto sgabello funziona da rieducatore posturale.

 

So che non piace a tutti  stare seduti su uno sgabello senza schienale. La mia intenzione è proprio quella  di obbligarmi a raddrizzare la colonna ogni qualvolta cerco di appoggiarmi allo schienale che non c’è. Così stimolo  la muscolatura che mi aiuta a migliorare la seduta ed io ogni volta a questo  stimolo reagisco raddrizzando e   inarcando ora il tratto lombare ora il tratto cervico- dorsale obligandomi così a correggere la postura, percepire  la colonna mobilizzandone  automaticamente i vari tratti e inoltre non accavallo le gambe. Per  mantenere la colonna diritta devo avere il mio piano d’appoggio allargato, cioè divaricare le gambe  flesse con i piedi  ben appoggiati  al suolo.

 

Questo è il mio educatore posturale. Un nostro amico Fisiatra venuto per le  visite al nostro centro, ha subito richiesto dopo la prima visita la solita sedia ergonomica vantandone le qualità riposanti dicendomi mai più uno sgabello così poco educativo, figuriamoci correttivo. Io debolmente ma con molta convinzione ho spiegato la mia idea di rieducazione della mia postura. La discussione è rimasta sospesa con la richiesta del nostro amico e la mia promessa di fargli aver la seduta ergonomica la prossima volta.

 

La prossima volta c’e stata e purtroppo mi sono dimenticata di sostituire la sedia. Il nostro Fisiatra  si e seduto sullo sgabello della discordia e  elegantemente  ha sorvolato. Io non ci pensavo proprio più fino al giorno dopo quando dovevo lavorare al pc.

 

Sono veramente dispiaciuta ed è per questo che scrivo questo articolo ora per spiegare perchè il mio educatore posturale funziona perfettamente  e come mi era  venuta l’idea dello sgabello. Mi dispiace  passare per maleducata e così  spiego anche qui come funziona.

 

Ripeto, non avendo lo schienale all’ inizzio ero continuamente tentata di prendere una sedia. Ogni  volta che mi insaccavo sullo sgabello nel vero senzo della parola, mi tiravo su mobilizzando la colonna le gambe sempre divaricate, ei piedi ben piantati per terra (mai accavallare le gambe), le spalle non tirate su ma cercare di lavororare sul tratto cervicale rilasciando la muscolatura trapezio scapola omerale. Questo proposito mi era sempre presente mentre parlavo e facevo altro.

 

Naturalmente io faccio ogni giorno ginnastica per me e anche con gli altri, mi piace tanto il mio lavoro di fisioterapista. Invecchiando sento che ascolto molto di più il mio corpo. Prima i movimenti erano  tutti automatici,  ora partecipo molto con il pensiero. Nei movimenti che faccio e faccio fare agli altri scopro continuamente come il nostro corpo memorizzi meravigliosamente ciò che gli insegnamo.

 

Anche il mio sgabello educatore mi sta dando un buon imput di risposta di rimando ai mie insaccamenti della colonna.

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